LA FORMAZIONE CONDIVISA: INTRECCIARE SAPERI E ABILITÀ
Progetto “Fabbriche di Storie”, foto di Maria Grazia Panigada
Workshop “In viaggio attraverso i Sette Palazzi Celesti”, foto di Simona Bodo
Incontro di formazione all’Archivio Cartografico della Regione Emilia-Romagna
I progetti da noi curati hanno sempre inizio da un percorso di formazione condivisa, saldamente calato – come del resto tutte le altre fasi di lavoro – nel contesto istituzionale e territoriale di riferimento.
L’esperienza formativa è cruciale non solo perché consente l’aggiornamento disciplinare e metodologico, ma anche per costituire un ambito relazionale fecondo: persone che provengono da contesti professionali e istituzionali diversi (personale scientifico del museo, educatori museali, personale dell’accoglienza, mediatori linguistico-culturali, insegnanti, operatori del settore non-profit…), ma anche semplici cittadini, intrecciano e vivificano esperienze, competenze, linguaggi e sguardi.
Nei laboratori propedeutici da noi condotti l’obiettivo principale non è dunque solo quello di introdurre i partecipanti all’utilizzo delle tecniche di narrazione, ma anche quello di creare un clima di accoglienza, che favorisca le interazioni nel gruppo.
In questa fase preliminare, è inoltre nostra particolare attenzione introdurre il personale scientifico dell’istituzione partner non solo al valore della narrazione come ulteriore modalità di mediazione del patrimonio, ma anche all’importanza del ruolo che gli specialisti assumeranno nell’accompagnare i narratori nella costruzione di percorsi evocativi e, nel contempo, rigorosi sotto il profilo disciplinare.
Su sollecitazione di e/o in coordinamento con istituzioni e realtà diverse (dalla Sezione di Milano di ANISA – Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte all’Archivio Cartografico della Regione Emilia-Romagna) ideiamo e realizziamo percorsi/incontri formativi anche al di fuori dei progetti da noi curati.
La formazione è continua, sia in presenza (didattica d’aula e workshop) sia a distanza (compiti di realtà affidati e monitorati fornendo feedback).
L’ACCOMPAGNAMENTO ALLA REALIZZAZIONE DELLE NARRAZIONI
Il lavoro di progettazione dei percorsi narrati ha sempre luogo a diretto contatto con l’opera/l’oggetto/il luogo scelto dal narratore. Stare davanti all’opera, seduti in una chiesa o immersi in un paesaggio; darsi tempo, tanto tempo. È come se solo con il tempo la testimonianza del patrimonio abbandonasse l’aura sacrale che la circonda e ci lasciasse entrare.
Le storie dei narratori non nascono da una suggestione impressionistica alla “macchia di Rorschach”, ma sono quasi imposte da questo lavoro di attento scrutinio. Dimostrando che il senso della narrazione non è tanto quello di raccontare storie in libertà, quanto quello di recuperare all’interno dell’opera – e non solo dell’autobiografia del narratore – la dimensione del racconto.
Il nostro ruolo è quello di accompagnare i narratori, di offrire loro ulteriori strumenti sulla tecnica narrativa, per poi metterci in ascolto, cercare connessioni, rimandi, immagini che li aiutino a trovare il cuore del loro raccontare. La narrazione è di chi la compie, il nostro è un lavoro di servizio a questa esperienza.
Diverso è il ruolo che assumiamo nella fase in cui la narrazione è definita e inizia il lavoro sulla restituzione espressiva davanti al pubblico o tramite sussidi audio e video alla visita. Qui il ruolo è più direttivo: cerchiamo di capire quali sono le forme espressive più congeniali alla persona, la spingiamo a sperimentare registri diversi, andiamo alla ricerca delle condizioni in cui c’è equilibrio tra forma e contenuto.
Progetto “Brera: un’altra storia”, foto di Emanuela Daffra
L’ACCOMPAGNAMENTO ALLA STESURA DI TRACCE NARRATIVE SCRITTE
Progetto “Fabbriche di Storie”, foto di Simona Bodo
In linea generale, lasciare una traccia scritta delle narrazioni è un elemento indispensabile nella “gestione” del processo e dei prodotti.
In primo luogo, i testi che scaturiscono dal lavoro di costruzione delle narrazioni sono da noi considerati una parte essenziale del lavoro di documentazione.
Ma soprattutto, sono indispensabili per la predisposizione di sussidi alla visita che restino in dotazione permanente alla committenza (cfr. sotto).
Sotto un profilo metodologico, infine, comporre una traccia scritta aiuta i narratori a “mettere un punto” allo sviluppo del loro racconto. Il desiderio (e la capacità) di modulare la narrazione a seconda del contesto, del proprio stato d’animo, delle attenzioni e delle emozioni suscitate in chi ascolta, entrando in un gioco di rimandi e risonanze sempre diverso e irripetibile, è forte, legittimo, e soprattutto vitale. Ma quando questo desiderio si trasforma nella tentazione di aggiungere nuovi elementi a ogni incontro con il pubblico, si corre il rischio di compromettere l’efficacia narrativa, che si raggiunge piuttosto “per via di levare”, facendo emergere ciò che è essenziale, il cuore della nostra storia. Scrivere è diventato per alcuni narratori un’opportunità di individuare quel cuore e di dilatarne il potere, un atto d’amore per l’immagine e la parola scelta.
LA REALIZZAZIONE DI SUSSIDI PERMANENTI ALLA VISITA
I “prodotti” esito del processo sin qui descritto includono percorsi narrati in presenza, ma anche video da integrare nel percorso espositivo o da pubblicare sul sito del museo, audio-percorsi da riversare su dispositivi portatili, apparati esplicativi o schede delle opere/dei luoghi in chiave narrativa, pubblicazioni che restituiscono e documentano il progetto…
Anche questo è un lavoro in equipe, che richiede competenze specifiche e ci porta a individuare di volta in volta i partner ideali, da Storyville alla Compagnia Teatro dell’Argine.
Progetto “Fabbriche di Storie”, foto di Maria Grazia Panigada
QUALCHE ESEMPIO:
L’audio-percorso “Custodi dell’Arte” creato con i cittadini di Cesenatico
L’audio-percorso “Fabbriche di Storie” alle Gallerie degli Uffizi
Le tracce narrative scritte di “Fabbriche di Storie”, consultabili in italiano, in inglese e nella lingua madre dei narratori nella sezione “Ipervisioni” del sito delle Gallerie degli Uffizi
I video del progetto “Dipingere a parole”
La pubblicazione Dipingere a parole. Storie circolari del Chianti e del Valdarno
Il calendario prodotto nell’ambito del progetto “Le opere e i giorni” (Fondazione Accademia Carrara e CSV – Centro di Servizio per il Volontariato, Bergamo)
Il catalogo della collezione permanente della GAMeC di Bergamo con le narrazioni di “My Place – My Texts”
LA PREDISPOSIZIONE DI STRATEGIE E STRUMENTI PER IL MONITORAGGIO, LA VERIFICA, LA VALUTAZIONE E LA DOCUMENTAZIONE DEL PROGETTO/DEL PERCORSO
Valutazione finale dei partecipanti al workshop “In viaggio attraverso i Sette Palazzi Celesti”, Fondazione Ismu | HangarBicocca
Lasciare traccia e memoria di ogni azione del progetto (documentare), seguirne passo passo lo sviluppo (monitorare), acquisire elementi significativi e sensibili, quantitativi e qualitativi (verificare) al fine di comporre un bilancio critico e motivato (valutare), sono azioni imprescindibili e basilari di ogni progetto da noi curato.
A partire da una concezione di “valutazione” come processo multidimensionale, partecipato e continuativo (ex ante, in itinere, ex post) mirato a includere diverse prospettive e aspettative, utilizziamo una varietà di strumenti, finalizzati a conseguire obiettivi valutativi diversi, e al tempo stesso adeguati a riflettere la complessità dei progetti: indagini quanti-qualitative sul pubblico; interviste in profondità ai narratori; focus group con i componenti dell’equipe di progetto; analisi dei tempi di lavoro; monitoraggio di eventuali criticità di natura organizzativa…