Progetti in evidenza
I narratori che abbiamo formato
Personale scientifico del museo, operatori dei servizi educativi, personale dell’accoglienza
Mediatori museali di origine immigrata
Cittadini italiani di diverse età
(giovani, adulti, anziani)
Cittadini di origine immigrata,
di prima e seconda generazione
Detenuti
Operatori del settore non profit e volontariato
Minori stranieri non accompagnati
“L’essere presi per mano e condotti attraverso le sale da racconti che sono parte della vita di uomini e donne […] è una via importante per scoprire che il primo bagaglio essenziale per un viaggio dentro al museo non sono tanto le conoscenze disciplinari, ma occhi, mente e cuore aperti.”
“La storia degli oggetti, associata ai racconti del vissuto, quello di ognuno e allo stesso tempo di tutti, trasforma il museo in un luogo intimo. Le visite diventano uno scambio di riflessioni profonde, gli oggetti esposti acquisiscono nuovi significati che entrano a far parte delle nostre vite.”
Le istituzioni con cui abbiamo lavorato
Gallerie degli Uffizi, Firenze
Pinacoteca di Brera, Milano
Fondazione Accademia Carrara, Bergamo
Sistema museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino (sedi varie)
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Museo Popoli e Culture del Centro Missionario PIME, Milano
Biblioteca Angelo Mai, Bergamo
Fondazione ISMU – Iniziative e Studi sulla Multietnicità, Milano
ANTEAS – Associazione Nazionale tutte le Età Attive per la Solidarietà
CSV – Centro di Servizio per il Volontariato, Bergamo
Formula Servizi per la Cultura
Associazione Aiuto per l’Autonomia
Le nostre pubblicazioni in evidenza
Fare nuove le cose. Patrimonio culturale e narrazione, uno sguardo pluridisciplinare
S. Bodo, S. Mascheroni, M. G. Panigada (a cura di), Mimesis Edizioni, 2024
In un confronto serrato con prospettive e pratiche disciplinari diverse (dall’antropologia alla sociologia, dalla museologia alla pedagogia del conflitto, della marginalità e della devianza), il volume si interroga sulla valenza sociale del patrimonio culturale e della sua narrazione.
Dai contributi emerge una visione del narrare come risorsa per fare ed essere “comunità”, antidoto al disincantamento e alla distanza, forma di attenzione ai temi della giustizia, e di resistenza alla storia generalizzante e sommaria.
Accogliere e custodire storie significa dilatare lo sguardo, creare lo spazio dell’ascolto, amplificare “le parole degli altri” che non hanno accesso al discorso pubblico (non solo storico, ma anche creativo ed estetico), ricucire i legami di senso tra le persone e il patrimonio, e tra le persone attraverso il patrimonio: un corpo vivo da attraversare, scompaginare, fare letteralmente proprio; perché gli si possa dare nuovamente origine, perché si possano fare nuove le cose.
Nutrire la comunità. Il cibo come strumento di cura e relazione
S. Bodo, M. G. Panigada (a cura di), Monti Edizioni, 2024
Attraverso le dodici storie che vi sono raccolte, la pubblicazione esplora il tema del cibo come nutrimento, reale e metaforico, della collettività: non solo diritto, ma anche esperienza di convivialità e di coesione sociale, “dono creativo” e anello di congiunzione, quasi di comunione, con la terra.
Grazie al coinvolgimento di altre realtà attive sul territorio bergamasco, l’idea iniziale dell’associazione Aiuto per l’Autonomia – valorizzare le proprie attività a sostegno delle persone fragili – si è evoluta in un racconto corale sull’importanza del cibo: bisogno primario, veicolo di giustizia sociale e formidabile mezzo per costruire relazioni.
Per i dodici narratori (volontari ed educatori) di Nutrire la comunità, costruire questi percorsi narrati ha significato non solo dilatare lo sguardo, ma anche nutrire la capacità di darsi tempo, di prendersi cura, di dare dignità alle voci e alle storie, di creare e rafforzare i legami con le persone attraverso lo straordinario patrimonio immateriale di cui sono portatrici. Contribuendo così a promuovere un passaggio di testimone tra generazioni, ma anche a rinsaldare quelle preziose reti dalla cui forza e ricchezza dipende il benessere della collettività.
Lascio in eredità me stesso alla terra. Fare memoria tra volontariato e patrimonio culturale
S. Bodo, S. Mascheroni, M. G. Panigada (a cura di), Masso delle Fate, 2021
La pubblicazione è l’approdo di un percorso avviato nell’estate 2020, quando, alla fine della prima drammatica ondata della pandemia di Covid-19, il Centro di Servizio per il Volontariato di Bergamo ha voluto fare una scommessa: individuare il patrimonio culturale come “specchio” per la comunità del volontariato locale, che alla perdita di tante vite umane ha sommato l’impossibilità per numerose associazioni di continuare a svolgere il proprio lavoro. Un percorso per fare memoria di quello che il mondo della solidarietà e della cittadinanza attiva bergamasca ha saputo costruire in tanti anni di attività, e che l’emergenza pandemica stava rischiando di spazzare via.
Quarantasei volontari appartenenti ad altrettante realtà associative e riuniti per ambito di intervento (ambiente, cultura e diritti, disabilità, intercultura, povertà e fragilità, salute e malattia, terza età) intrecciano i propri vissuti a sette luoghi del patrimonio in terra bergamasca.
Un libro che è opera corale, racconto che si fa ponte e nutrimento per la collettività cui è destinato.
Dipingere a parole. Storie circolari del Chianti e del Valdarno
A cura di S. Mascheroni, N. Matteuzzi, M. G. Panigada. Masso delle Fate Edizioni, 2019
Dipingere a Parole. Storie circolari del Chianti e del Valdarno restituisce lo sguardo partecipe di sei narratrici che interpretano alcune opere del loro paesaggio culturale, raccontando di sé e del profondo legame con il territorio. Così le opere parlano con la voce di chi le guarda, diventando uno specchio attraverso cui raccontarsi, intrecciando storie secolari e intime memorie preziose. A corredo delle narrazioni, i testi di Silvia Mascheroni e di Maria Grazia Panigada consentono di conoscere il percorso compiuto durante lo svolgersi del progetto, sia nel laboratorio di narrazione, sia nella prova di scrittura. Il contributo di Claudio Rosati sottolinea quanto sia significativo dare voce narrante alle testimonianze del patrimonio, sovente dimenticate o non valorizzate. Emanuela Daffra riflette sul portato innovativo del metodo autobiografico, che ci svela quanto le opere possano diventare componenti importanti della nostra vita; Emanuela Rossi evidenzia quanto la narrazione, come trama e ordito, intrecci episodi biografici ed elementi di storia dell’arte, dando vita a un nuovo racconto.
Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale
A cura di S. Bodo, S. Mascheroni e M. G. Panigada. Mimesis Edizioni, 2016
Un patrimonio di storie nasce dal desiderio delle tre curatrici di fare il punto su uno strumento particolarmente duttile e congeniale alla mediazione del patrimonio culturale, capace di innescare nuove consapevolezze sul rapporto che ogni individuo può intessere con oggetti apparentemente distanti come quelli conservati in un museo.
Questo volume è stato pensato come uno strumento di lavoro sia per professionisti del museo interessati ad attivare sperimentazioni sul fronte della narrazione, sia nei contesti educativo-didattici e della formazione degli operatori che lavorano con gli adulti in ambiti diversi.
Ma grazie alla voce dei veri protagonisti, i narratori, Patrimonio di storie è anche un grande racconto corale, in grado di affascinare qualunque lettore.